Nasco a Montréal alla fine degli anni ’60, in pieno centro città. All’epoca Montréal è un po’ come NY una vera e propria metropoli, attrezzata per affrontare gli inverni rigidi del Canada, con una vasta rete metropolitana che ti permette di raggiungere luoghi abbastanza  distanti senza dover affrontare il traffico e spesso il ghiaccio di superficie. E piano piano questa rete sotterranea stimolerà lo sviluppo di una specie di città parallela, tutta nel sottosuolo: negozi, ristoranti, parrucchieri, palestre ecc.

L’arrivo in Italia, paese d’origine della mia famiglia, alla fine degli anni ’70 segna una svolta, un vero e proprio ritorno alle mie radici. Senza saperlo riscopro luoghi, tradizioni, profumi che abitano in me da sempre. La fortuna di ritrovarsi a vivere a Lucca mi è chiara fin da subito; siamo letteralmente circondati dalla bellezza e dalla cultura della bellezza. Dal cibo alle colline, dalle mura alle chiese, alle strade, ai giardini, tutto parla una lingua antica dalle mille sfumature. L’italianità ha ovviamente tanti aspetti controversi ma trovo che la fonte di ispirazione che scaturisce dalla sua cultura millenaria è molto potente.

Se è vero che ciò che mangiamo, vediamo, inspiriamo influisce su ciò che diventiamo forse vale la pena concentrarci su tutte le testimonianze positive e propositive che ci sono state lasciate.

Questo connubio di modernità e antichità è alla base della mia personale esperienza ma soprattutto della mia concezione dell’Architettura, in special modo della modalità di intervenire attraverso l’Architettura su un territorio così espressivo. Il rispetto del contesto in cui si interviene rimane per me fondamentale. Ciò non significa non modernizzare ma modernizzare senza stravolgere, intervenire portando un segno nuovo tenendo conte dell’esistente e quindi in primo luogo un lavoro di integrazione. L’armonizzazione degli spazi rimane alla base della mia ricerca così come le medicine olistiche mirano all’armonizzazione del corpo. Il lavoro di armonizzazione prescinde le quattro mura e si espande, guarda anche l’edificato circostante, l’orientamento rispetto alla luce del sole, l’interazione con il verde.

I was born in Montreal in the late 1960s, right in the city centre. At the time, Montréal was a bit like NY, a real metropolis, equipped to face the harsh winters of Canada, with a vast underground network that allowed you to reach quite distant places without having to deal with traffic and often surface ice. And little by little this underground network will stimulate the development of a kind of parallel city, all underground: shops, restaurants, hairdressers, gyms, etc. The arrival in Italy, my family's country of origin, at the end of the 1970s marked a turning point, a real return to my roots. Without knowing it, I rediscover places, traditions, scents that have always lived in me. The luck of finding myself living in Lucca was clear to me straight away; we are literally surrounded by beauty and the culture of beauty. From the food to the hills, from the walls to the churches, to the streets, to the gardens, everything speaks an ancient language with a thousand nuances. Italianness obviously has many controversial aspects but I find that the source of inspiration that comes from its thousand-year-old culture is very powerful. If it is true that what we eat, see and inhale influences what we become, perhaps it is worth focusing on all the positive and proactive testimonies that have been left to us. This combination of modernity and antiquity is the basis of my personal experience but above all of my conception of Architecture, especially of the way of intervening through Architecture on such an expressive territory. Respect for the context in which one intervenes remains fundamental for me. This does not mean not modernizing but modernizing without distorting, intervening by bringing a new sign while taking into account what already exists and therefore first and foremost a work of integration. The harmonization of spaces remains the basis of my research just as holistic medicines aim at the harmonization of the body. The harmonization work ignores the four walls and expands, also looking at the surrounding buildings, the orientation with respect to sunlight, the interaction with the greenery.